lunedì 23 dicembre 2019

'Basta il pensiero - Basta il pensiero?'



'Basta il pensiero': anche a voi é capitato di pensarlo? però, a rifletterci bene, QUANDO lo si dice? quando, spesso nella fretta dell'ultimo momento prima della scadenza fatidica, non si sa più che pesci pigliare: non ci viene in mente niente (ovviamente, niente che concili i possibili desideri del destinatario con le nostre possibilità economiche e con la disponibilità sul mercato...perché do per scontato che se ci si può permettere di regalare un appartamento o un gioiello firmato o un diamante o un viaggio , difficilmente il destinatario protesterà), 'el sol magna le ore', le cose da fare sono tante...si afferra la prima cosa dal prezzo accettabile (e che piacerebbe a noi) e ci si consola con la fatidica frase (che secondo me domani risuonerà ripetutamente nell'aere perso...)

Ebbene, la prossima volta che la pronunciate o siete tentati di farlo, fermatevi un momento: il PENSIERO. Il pensiero é tutto, altroché se basta! solo che per pensare veramente un regalo bisogna non solo conoscere la persona ma anche un po'immedesimarsi. Quante volte (e qui rischio veramente di farmi togluiere il saluto da qualche donatore...) ho ricevuto sciarpe dai colorini pastello (io, che vesto per lo più o di nero o di bianco o di blu), bottiglie di liquore (io, che al massimo li annuso), o vini bianchi (io, che bevo solo rossi)... e potrei continuare all'infinito. Se solo ci avessero messo il pensiero!

Oltretutto, un regalo non riuscito causa anche lo stress da finzione: come atteggiarsi entusiasti per non deludere (mascherando al meglio la propria, di delusione)?

E allora, che fare? Beh, mica vi avevo promesso delle soluzioni! volevo solo farvi riflettere sul fatto che la banale frase é in realtà un'arma a doppio taglio, perché se ci si mette veramente il pensiero é molto probabile che si riesca a fare contenta la persona, ma sicuramente é più faticoso di chi, non volendo sforzarsi a pensare, risolve con un autoconsolatorio 'basta il pensiero'.

Ammetto: se si ha, come me, un parente/amico  sommelier, amante degli animali, curioso, interessato a molte cose, é abbastanza facile: una bottiglia di vino molto pregiato,  dei canovacci con gatti, biglietti per il teatro o per concerti...Ma per quasi tutti gli altri non lo é!

Un'idea però ve la posso dare: a me di solito balzano in mente le persone a cui voglio bene quando sono in viaggio (sempre prendendo come esempio il destiatario amate degli animali: un cuscino di seta ricamato con l'immagine di un elefante in Thailandia, una statuetta-riproduzione del classico gatto dell'Antico Egitto, un certficato di adozione di uno dei quei fantastici animali che sono i gorilla...), o quando visito i mercatini : ho un'amica che fa collezione di civette e qualcosa nella foggia dell'animale sacro ad Athena si trova sempre (dal sughero all'argento, passando per la plastica riciclata, ma si può anche ripiegare sul platino o sullo smeraldo)...e allora: se a certe persone pensiamo veramente, se pensiamo a quello che sono e soprattutto a quello che non sono, non sarà difficile raccogliere i regali nel corso dell'anno.


...va bene, questo consiglio vi sarà al massimo utile per l'anno prossimo, per domani é troppo tardi...
e allora...tuffatevi in una libreria e qualcosa troverete! (e un libro/disco si può sempre cambiare...)

Buone Feste a tutti, che festeggiate 'Hanoukah o Natale o il dies natalis solis invicti, o il solstizio, o il compleanno del dio Mitra...





mercoledì 18 dicembre 2019

Pietra parla

Bentrovati miei Benandanti!

Negli ultimi tempi vi ho indicato qualche regalo definibile come 'food for thought', aiutandovi - spero - almeno un po' nell'ardua scelta dei regali per Natale (prossimamente mi soffermerò comunque sull'espressione 'basta il pensiero'...da me discretamente disprezzata e odiata).

All'ultimo Concorso Cergoly un concorrente si è fatto notare per la profondità del suo lavoro: si tratta di Zeno Saracino, autore di 'Trieste Asburgica - l'arte al servizio dell'industria'.
Molti edifici che oggi caratterizzano il profilo della città  hanno oggi il fascino dell'archeologia industriale, ma al momento della loro entrata in uso si presentavano come 'accettabili' (o molto più di questo) anche dal punto di vista estetico.  Il fil rouge della trattazione, come da dichiarazione dell'autore stesso, é la frase di Otto Wagner 'Non può essere bello qualcosa che non sia funzionale' (da parte mia aggiungerei per analogia culturale la frase di John Ruskin: 'Non tenere mai a casa qualcosa di cui tu non pensi sia bello o sappia sia utile'). Una frase che sarebbe bene tenere presente nelle nostre vite cariche di orpelli (principalmente di plastica, a buon mercato e della durata più o meno di quella della vita di un moscerino).

Un volume destinato veramente a conoscere e quindi ad apprezzare (maggiormente) quanto l'amministrazione a-u ha lasciato in città, molto pratico a consultare anche in maniera mirata:  é infatti ben articolato in tredici capitoli (v. l'indice, peraltro all'inizio e non alla fine del libro, come nel mondo anglosassone e germanofono...grazie, Zeno!), i cui titoli qui vi riporto: La nascita del Porto Vecchio di Trieste - La Centrale Idrodinamica - La Sottostazione Elettrica di Riconversione - Primavera Liberty - Il Gasometro del Broletto - L'Ippodromo di Montebello - Una 'tociada' all'antica - Pompei in miniatura - Il Kressich - Locande, caffé e cinema - La 'seconda Liverpool' - Fragile bellezza.

Si scoprono molte cose non scontate, come una presenza britannica molto più notevole di quanto comunemente si immagini...

E' quindi un libro totalmente immune da facili e banali nostalgie: a collocare al giusto posto l'intraprendenza, l'originalità, lo spirito pratico ed insieme estetico che hanno contribuito a dare a Trieste quella fisionomia che affascina abitanti e visitatori non sono vuote parole bensì i fatti, le pietre che stanno ancora lì (magari un po' logore, magari un po' scrostate nella vernice esterna ma ancora lì nelle strutture essenziali)...carta canta, ma pietra parla!

Aggiungo, come piccola precisazione non essenziale ma che fa ben sperare sul futuro di questa città, la giovane età dell'autore...chapeau!

Zeno Saracino - 'Trieste Asburgica - l'arte al servizio dell'industria', ed. Centoparole.

lunedì 9 dicembre 2019

14 dicembre : Scopriamo insieme il borgo teresiano

Chi erano i personaggi che popolavano la Trieste Ottocentesca? Che negozi vi si trovavano? Quali sono le curiosità nascoste nei palazzi e nei loro ornamenti? Quali sono le divinità e le strane creature più rappresentate a Trieste? Come si chiamavamo in origine le vie e piazze della città?

Ben trovati!
per chi continua a essere interessato al 'carotaggio storico' sulla città di Trieste (ma non solo...) ecco la prossima data:

14 dicembre, scoperta del Borgo Teresiano - l'abbiamo chiamata 'seconda parte', ma non é necessario aver partecipato alla prima parte per capire la seconda: si tratta, vista l'enorme quantità di cose da vedere e sentire, di una semplice divisione territoriale allo scopo di evitare estenuanti camminate di 4-5 ore.

Quindi, sabato prossimo, 14 dicembre, scopriremo la parte di Borgo Teresiano che va da piazza San Giovanni a piazza della Borsa circa.

Incontro: ore 10
durata: 2 ore circa
quota di partecipazione: € 11
soci CTT e ABAT: € 9
dai 12 ai 18 anni: € 7
fino a 11 anni, in accompagnamento di un adulto: gratuito

PRENOTAZIONI ESCLUSIVAMENTE SCRIVENDO A paolaalzetta@hotmail.com
informazioni al 349 1086117

sabato 7 dicembre 2019

Qual é lo sport estremo inventato dai Triestini?

Quiz: qual é lo sport estremo inventato dai Triestini?

Chi conosce le canzoni dei Sardoni Barcolani risponderà senza esitazioni.

I Sardoni Barcolani Vivi, ovvero: 'Come diventare Triestini (o PIU' Triestini) in 7 brani musicali'

Anche solo dall'ascolto di pochi brani di questi 5 ragazzi 'quarantenni adolescenti' si deduce intanto una solidissima preparazione musicale, un notevole background culturale, ma anche un grandissimo talento di animatori e una grande finezza, un'arguzia quasi chirurgica nel cogliere alcuni aspetti essenziali della Triestinità. Colpisce inoltre la loro capacità di cogliere alcuni tratti determinanti della citta', e anche di ritrarre alcuni tipi umani, in pochi versi. Il ritratto (o i ritratti) dei Sardoni sono ironici ma soprattutto autoironici...e notoriamente l'autoironia é la forma suprema di umorismo.

Ecco qualche titolo di brani particolarmente significativi:
'Volentieri': efficacie esemplificazione dell'avverbio nella sua famosa accezione triestina.
'No volevo la vinjieta': un misto di amarcord ('tanti anni da, sparagnando un casin, andavimo al bagno a Cherso e Lussin'), di attualità ('ma adesso in Croazia fa figo e convien') e di autoironia tergesticola ('ma in geografia son cisto un casin (...) per Dekani o per Bertoki, no me ricordo mai per dove girar').
'Trieste mille novità': variopinta sintesi del mosaico etnico-religioso-ideologico della nostra città, con l'aggiunta gustosa del tipico accento locale.

In un  certo senso sono delle piccole MALDOBRIE IN MUSICA, solo attualizzate...

Ho già consigliato su questo blog un paio di libri, da leggere per sé e da comprare come regali, perché mi piace, come anche quando faccio le mie visite guidate, dare quello che nei paesi anglosassoni si chiama 'food for thought' (=cibo per la mente, materia di riflessione). Ma se poi, oltre a farci riflettere, una creazione ci fa anche ridere...cosa vogliamo di piu'? ecco perché oggi mi sento di consigliare anche quattro sane, intelligenti risate con i Sardoni Per Natale e 'Hanoukah regalate pensieri e risate!!!

E...come scrissi ai Sardoni in rigraziamento per un loro concerto: Se é vero che 'ogni ridada ghe cava un ciodo ala bara' , voi Sardoni ci avete allungato la vita di diversi anni...